Le concerie e le pelletterie di Kanpur possono finalmente riaprire, ma a una condizione. Il governo dell’Uttar Pradesh, lo Stato indiano dove si è sviluppato il distretto di lavorazione della pelle, ha emanato un provvedimento che consente la ripresa delle attività per quelle imprese che soddisferanno le norme ambientali fissate dal National Green Tribunal (NGT) e dall’Uttar Pradesh Pollution Control Board (UPPCB). Una buona notizia per tutti gli imprenditori locali, la cui attività era stata sospesa otto mesi fa a causa dell’inquinamento registrato nelle acque del fiume Gange e di cui erano considerate responsabili le aziende del distretto.
Fermi da 8 mesi
Inizialmente lo stop avrebbe dovuto concludersi il 15 marzo, per garantire che la cerimonia sacra del Kumbh Mela, durante la quale i fedeli induisti si immergono nelle acque del fiume, si svolgesse in totale sicurezza. Tuttavia, superata la scadenza l’UPPCB ha rilevato livelli di sostanze inquinanti nel fiume ancora elevati. Per questo ha rilasciato solo a pochissime aziende il “No Objection Certificate“, il nulla osta necessario allora come oggi per lavorare sulle rive del Gange. Stando a quanto riporta business-standard.com, il membro del consiglio della Small Tanners’ Association, Nayyar Jamal, avrebbe spiegato che a causa dei nuovi vincoli rigorosi imposti dal governo la produzione delle concerie si potrebbe ridurre anche del 50%.
Clienti spariti
Le preoccupazioni degli imprenditori di Kanpur si sommano a quelle di mercato già vissute in questi mesi, durante i quali molte attività hanno visto i clienti rivolgersi a fornitori di distretti confinati o direttamente ad altri Paesi vicini. Tra le conseguenze c’è stato il crollo dei prezzi del grezzo, passato da 2.000 rupie al metro quadrato (circa 25 euro) a 700 rupie (9 euro). Molti fornitori hanno cercato di spostare le vendite sull’altro importante distretto conciario indiano, quello di Calcutta, ma anche qui hanno dovuto mantenere i prezzi bassi a causa dell’offerta crescente. Critiche al governo sono state mosse anche dall’ex governatore dell’Uttar Pradesh, Akhilesh Yadav, attuale presidente del partito Samajwadi, che secondo quanto riporta The Print, ha dichiarato che “le politiche del governo stanno avvantaggiando il Pakistan“.