Il Kumbh Mela è finito ai primi di marzo. E le concerie dell’Uttar Pradesh, costrette a tre mesi di chiusura dal governo locale, speravano di poter ricominciare a lavorare. Pur con tutte le difficoltà di chi, non per responsabilità sua, è stato fermo mentre il mercato correva altrove. Invece, alle inquietudini crescenti degli operatori locali, spaventati da una non certo solerte reazione della autorità locali alla fine del Kumbh Mela, risponde l’ente statale per l’Ambiente. E non è un bel sentire. Già, perché, come riporta Times of India, affinché le concerie possano ricominciare a far girare i bottali serve ancora tempo. Lo State Urban Development Department, l’autority che ha supervisionato al trimestre di chiusura, ha dato il suo assenso alla ripresa dei lavori in conceria. C’è, però, bisogno anche dell’ok da parte dell’Uttar Pradesh Pollution Control Board: il suo presidente, JPS Rathore, non ha assolutamente fretta. La questione è tecnico–burocratica: vanno fatte tutte le analisi del caso e le concerie non avranno il permesso prima dell’espletamento delle formalità. “Non vogliamo far fallire le imprese – sono le sue parole –, ma vogliamo tutte le garanzie necessarie”. E quanto ci vorrà perché l’UPPCB faccia le sue verifiche? “Ulteriori due o tre mesi”. Se non è una condanna alla chiusura, poco ci manca.
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