Industria Conciaria Italiana: firmato il rinnovo del CCNL

Industria Conciaria Italiana: firmato il rinnovo del CCNL

Il contratto c’è. UNIC – Concerie Italiane e le organizzazioni sindacali hanno firmato l’ipotesi di accordo di rinnovo del CCNL per gli addetti alle aziende conciarie. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro era scaduto il 31 ottobre 2019 e, nella sua nuova versione, resterà in vigore fino al 30 giugno 2023.

La trattativa

Come segnala UNIC in un comunicato, la trattativa per giungere alla firma (in videoconferenza, data la pandemia) è stata “intensa”. In essa “le parti (FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILTEC UIL, ndr) hanno condiviso l’impegno al dialogo e al confronto costruttivo”. Il macro-obiettivo, del resto, era ed è quello di “affrontare in maniera coesa l’attuale momento di difficoltà congiunturale causato dall’emergenza Covid-19”. Ne è scaturita, così, “una collaborazione assolutamente necessaria”. Collaborazione “che già durante la prima ondata della pandemia si era concretizzata nella definizione di un protocollo comune sulla sicurezza in conceria per contrastare la diffusione del contagio”.

Il rinnovo del CCNL

“Il nuovo CCNL – spiega UNIC – prevede aumenti retributivi contenuti, in virtù dell’attuale difficoltà congiunturale provocata dalla pandemia. E una maggiore flessibilità organizzativa”. In altre parole: la possibilità di “aumento della percentuale di possibile ricorso a contratti a tempo determinato, inclusa la somministrazione”. La scadenza contrattuale subisce uno slittamento e si sposta da fine ottobre 2022 a fine giugno 2023.

L’assistenza sanitaria integrativa

Il rinnovo del CCNL conciario contiene un “nuovo importante elemento di eccellenza della sostenibilità delle concerie italiane (riconosciuta a livello nazionale e internazionale)”. Si tratta dell’introduzione “dell’assistenza sanitaria integrativa, ulteriore riprova dell’impegno degli imprenditori del settore sullo specifico tema della responsabilità sociale”.

L’aumento

Per quanto riguarda l’aumento retributivo complessivo, “sarà pari a 65 euro (livello D2) e verrà erogato in busta paga attraverso 3 tranche”. La prima: 1° settembre 2021, “prevede un adeguamento di 15 euro”. La seconda: 1° gennaio 2022, “sarà di 35 euro”. La terza: 1° agosto 2022, “sarà di 15 euro”. Tale quadro – sottolinea UNIC – risponde anche alla necessità di evitare alle concerie un aggravio finanziario nel corso del 2021, che rischierebbe di rendere ancora più problematica la ripresa del mercato che si auspica possa avvenire quanto prima possibile”.

Flessibilità e assenteismo (da combattere)

Capitolo flessibilità. “L’accordo con le parti sociali prevede l’innalzamento della percentuale di ricorso ai contratti a tempo determinato, compresi i contratti di somministrazione a tempo determinato, al 32%”. Percentuale da intendersi “calcolata come media annua, del numero di contratti a tempo indeterminato in essere in azienda”. Infine, la lotta all’assenteismo, che viene particolarmente messa sotto i riflettori. In pratica, UNIC e sindacati, a fronte del riscontro di “percentuali anomale di assenteismo” nell’ambito del monitoraggio previsto “dall’Osservatorio Nazionale Conciario” si impegnano a “rivedere integralmente l’istituto”.

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