Ewaso Ngiro Tannery è a un passo dal raggiungimento della piena capacità produttiva. La conceria, nella quale il governo keniota ha investito 1,5 miliardi di scellini (circa 12,4 milioni di euro), lavora ora “all’89% delle possibilità”, si apprende dalla stampa locale dopo un sopralluogo delle autorità nazionali. Ma c’è fiducia nel fatto che, una volta messi a punto i meccanismi di approvvigionamento con gli allevatori del Paese, l’ultimo 11% possa essere colmato entro breve.
La piena capacità
Nell’anno fiscale 2021 2022 Ewaso Ngiro Tannery ha prodotto 640.000 piedi quadri (poco meno di 60.000 metri quadri) di pelle finita. L’obiettivo dichiarato è arrivare alla soglia degli 800.000 piedi quadri (74.000 metri quadri). Al momento l’azienda, che ha aperto i battenti nel 2018 e impiega 90 persone, tratta solo pelli di mucca. La chiave del successo, dicevamo, passa dal dialogo con gli allevatori (per lo più pastori dalle piccole mandrie).
Il dialogo di filiera
Per questo la conceria, istituita su iniziativa dell’Ewaso Ngiro South Development Authority (ENSDA), ha intavolato la partnership con KMC, Kenya Meat Commission. La difficoltà ad arrivare al pieno regime dipende dalle lacune nella filiera di approvvigionamento. La mission della collaborazione tra enti è, innanzitutto, far capire ai pastori il vantaggio economico proveniente dalla vendita delle pelli alla conceria. Soprattutto per quei capi abbattuti senza poter ottimizzare la vendita dei prodotti alimentari (come capita nei periodi di siccità, ad esempio). Un altro obiettivo è trasmettere la necessità di trattare i capi in maniera congeniale alle esigenze della concia. Evitando le marchiature, per dirne una.
Foto dai social
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