Kenya, i magnificenti progetti per la filiera della pelle

Kenya, i magnificenti progetti per la filiera della pelle

Raddoppiare la produzione di pelli finite entro il 2024. Creare 100.000 nuovi posti di lavoro. Superare la soglia degli otto milioni di paia di calzature l’anno realizzate. Vaste programme, direbbe De Gaulle. Sono, invece, i magnificenti progetti del Ministero dell’Agricoltura del Kenya, annunciato nei giorni scorsi dal segretario ministeriale Jonathan Mueke nella conceria attiva nella prigione di Kitengela. Da qui sono infatti iniziate le ispezioni governative per controllare l’ammodernamento dei macchinari in tutte le concerie del Paese, attività fondamentale insieme alla formazione degli operatori per aggiornarli sulle nuove tecniche di lavorazione della pelle.

 

 

I magnificenti progetti

Le concerie attive sono 15, come rileva il Kenya Leather Development Council. Secondo i dati dell’istituto nazionale di statistica, riporta la stampa locale, nel comparto della pelle e del prodotto in pelle sono oggi sono impiegate circa 17.000 persone. La produzione è cresciuta del 21,7% nel 2023, in netto aumento rispetto al + 2,4% nel 2022. Un dato da attribuire principalmente all’aumento del 27,5% della produzione di calzature con tomaie in pelle. Nel 2023 c’è stato anche un incremento del 19,4% nella produzione di borse e articoli di pelletteria. Al contrario, i posti di lavoro nella catena del valore della pelle si sono ridotti del 19%.

Meno import

L’obiettivo del governo keniota è quindi rilanciare e modernizzazione le concerie. Per l’incremento dei posti di lavoro è, intanto, necessario invertire anche la tendenza dell’import di calzature e articoli in pelle. Oggi vale 9 miliardi di scellini kenioti (circa 650.000 euro): un giro d’affari che, riportato nei confini del Paese, può rilanciare la produzione nazionale.

Foto Shutterstock

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