La bellezza green della conceria italiana in mostra all’ADI Museum

La bellezza green della conceria italiana in mostra all’ADI Museum

Da segnare in agenda: Milano, dal 9 al 21 maggio, negli spazi dell’ADI Design Museum. Da sottolineare in rosso il motivo di questo save the date: in quei giorni sarà possibile visitare la mostra The Beauty of the Italian Tanning Industry (Heritage, Science And Design). L’esposizione promossa da UNIC – Concerie Italiane, dunque, esce da Lineapelle (dove, a settembre 2022, ha celebrato il suo debutto) e si apre al mondo. Dopo Milano, sono in programma ulteriori allestimenti in alcune metropoli internazionali. Obiettivo: raccontare e dimostrare la bellezza green della conceria italiana.

La bellezza green della conceria italiana

La mostra, si legge in una nota, “ripercorre con un approccio didattico e al tempo stesso emozionale il percorso della pelle da quando entra, grezza o semilavorata, in una conceria italiana e ne esce trasformata in un materiale ad altissimo valore aggiunto e di incredibile eccellenza produttiva, stilistica, sostenibile, futuribile”. L’obiettivo “è quello di comunicare a un target assolutamente trasversale la bellezza di un modello produttivo”. Modello “che somma in sé tradizione e artigianalità, scienza e tecnologia, creatività e design”.  Lo farà, “raccontando in modo stimolante e inedito ogni aspetto del prodotto pelle, del suo ciclo di produzione e del suo approccio green in costante miglioramento”.

 

 

Fare chiarezza

“The Beauty of the Italian Tanning Industry – commenta Fulvia Bacchi, General Manager di UNIC – è un progetto che mette il pubblico di fronte alla possibilità di fare chiarezza rispetto alla pelle più bella del mondo e a chi la produce: la conceria italiana”. Progettata da Navone Associati, la mostra si snoda fisicamente attraverso il processo conciario. Ne rivela i dettagli chimici, tecnologici e innovativi delle varie fasi e di come vengono trasformati i suoi scarti. Emerge, così, la consapevolezza di come la pelle e il recupero dei suoi scarti di processo e prodotto rappresentino un esempio storico e in continua evoluzione di circolarità”. Per esempio, questi ultimi “sono presenti nelle gelatine utilizzate nell’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica; nei biostimolanti e nei fertilizzanti che rafforzano l’agricoltura. Ma anche negli strumenti musicali, in giochi da consolle e attrezzature sportive. Virtù circolari per un prodotto, la pelle, e un’industria, quella conciaria italiana, che vivono di innovazione e responsabilità.

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