Dentro ci sono pasta, alici, ceci, farina di farro, tonno, olio, cioccolata, acciughe, risotti di asparagi, funghi porcini. È la coccola di Finco ai dipendenti: cinquanta chili di beni di prima qualità a ciascuno degli oltre 100 dipendenti. Sono i pacchi che Bernardo Finco ha inviato nei giorni scorsi ai suoi collaboratori. “Non vuole essere un aiuto, ma piuttosto una coccola” spiega l’imprenditore vicentino, che negli scatoloni ha inserito anche una lettera per far sentire la propria vicinanza alle famiglie.
La coccola di Finco ai dipendenti
“L’idea mi è venuta la settimana scorsa, la prima in cui eravamo in blocco” racconta Finco, titolare dell’omonimo gruppo conciario di Bassano del Grappa (Vicenza). “Giovedì ho ordinato due camion carichi di prodotti alimentari di prima qualità, come pasta buona e la cioccolata Rigoni di Asiago, ma niente salumi o alcolici perché abbiamo tanti colleghi musulmani – continua l’imprenditore –. Poi venerdì e sabato mi sono organizzato con il custode e un paio di operai. Ci siamo dati da fare e abbiamo suddiviso i prodotti. Cinquanta chili per ogni scatolone”. Tra sabato e domenica i corrieri hanno ritirato i pacchi e li hanno consegnati ai dipendenti che vivono più lontano. Anche a Castelfranco, Padova e Vicenza. Mentre a quelli che risiedono a poche centinaia di metri dall’azienda li ha portati Finco in persona, lasciandoli all’ingresso e quindi nel pieno rispetto delle norme sul social distancing. “Volevo dare un segnale di vicinanza, dire che ci vuole un po’ di pazienza, ma tutto passerà e ci rimetteremo presto al lavoro” riprende l’imprenditore.
La lettera
“Siamo nati nel 1865, la mia è la quinta generazione alla guida dell’azienda – recita il messaggio allegato ai pacchi – che ha superato due guerre mondiali, l’alluvione del 1966, il terremoto del Friuli Venezia Giulia e nevicate memorabili. Non sarà certo un virus, per quanto vile e maledetto, a fermarci. Fate i bravi, ci vediamo presto”. Un gesto che tutti i dipendenti hanno apprezzato molto. “C’è chi ha chiesto il mio numero ai capireparto per scrivermi o telefonarmi – racconta l’imprenditore –. Mi hanno raccontato che hanno fatto questa ricetta o quest’altra. È stato molto bello, e in alcuni casi anche commovente. Ci sono persone che lavorano con noi da 40 anni, proprio come me. Siamo una famiglia e io l’ho fatto solo per coccolarli un po’ in un momento difficile per tutti”. (art)
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