La concia del Bengala è sull’orlo del fallimento. L’industria conciaria dello stato federale indiano fatica a ripartire dopo le chiusure dovute alla pandemia, i debiti accumulati e il personale ridotto all’osso. L’attesa della prossima ondata di Coronavirus, dicono gli imprenditori locali, potrebbe rappresentare il colpo fatale.
La concia del Bengala a rischio
La pandemia ha piegato quasi definitivamente l’industria conciaria del Bengala. Distretto che, appena qualche anno fa, sperava di raccogliere gli imprenditori in fuga dall’Uttar Pradesh. Le aziende locali si sono viste cancellare gli ordini. Non sono mai riuscite a recuperare, accumulando debiti e licenziando dipendenti. Parlando con theprint.it, il segretario generale del CLCTA (Calcutta Leather Complex Tanners Association), ha affermato che la quota nelle esportazioni è diminuita del 30-40%.
Tutto fermo
La pandemia ha bloccato tutto: gli affari, le spedizioni, le consegne e i progetti di sviluppo dell’area. A quasi 18 mesi dal primo lockdown, i conciatori faticano a sbarcare il lunario. Lo stop di 6 mesi dovuto alla pandemia ha comportato i costi di un anno. Un anno di lavoro buttato. “Circa l’80% dei nostri ordini è stato annullato a tempo indeterminato – racconta a theprint.in Kifee Yeh, imprenditore conciario di seconda generazione -. Ora sono tartassato dai debiti e non so come portare avanti il mio business”. Come lui, tanti altri, che ora temono un nuovo imprevisto che rischierebbe di spegnere per sempre le concerie del Bengala. (art)
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