La si potrebbe definire una spedizione diplomatica, di stampo prettamente autarchico. Perché la presenza di uno stand dell’associazione francese della Concia (CNC) al Salon de l’Agriculture (in programma dal 25 febbraio al 5 marzo a Parigi) non ha solo l’obiettivo di fornire una vetrina per l’industria della pelle, ma anche, e soprattutto, quello di creare un asse tra le imprese che allevano gli animali e quelle che poi ne trattano un sottoprodotto. Secondo CNC, c’è un problema di approvvigionamento: meno del 20% delle pelli di origine francesi ha caratteristiche qualitative tali da renderle utili per l’industria della moda. Il messaggio che l’associazione porta è, quindi, uno: “Allevatori, trattate bene l’epidermide dei vostri animali, perché dopo la macellazione servirà a una filiera le cui vendite, in crescita su base quinquennale, sono dirette al 60% all’export”. Per raggiungere l’obiettivo, CNC offre anche un vademecum che va dal vaccino contro la tigna all’impiego di recinzioni e strumenti che non danneggino le pelli durante la crescita dell’animale. Il presidente Frank Boehly ha spiegato che CNC intende “preservare la ricchezza del materiale e la nostra competenza, entrambi riconosciuti nel mondo”. Insomma, unire le forze per non perdere mercato.
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