Una concia italiana che mostra la sua progettualità, la sua visione evoluta, il suo approccio responsabile. Ma anche di manifatturieri della scarpa e della pelletteria che mettono in campo il coraggio di cambiare o alzare l’asticella del proprio modello di business. Centrando l’obiettivo. Una settimana di top news che raccontano storie vere ed esemplari d’impresa. Con un paio di doverose sottolineature relative al prossimo futuro del lusso e a quello della scarpa che ha scardinato ogni equilibrio di mercato negli ultimi anni: la sneaker.
La concia italiana
La settimana si era conclusa con il gruppo conciario Dani che ha celebrato il fatto di essere la prima conceria in Italia ad aver ricevuto la ISO 50001. In altri termini: la certificazione del sistema di gestione dell’energia. La settimana che, invece, si conclude oggi, ha messo sotto i riflettori i progetti, la vision e l’eccellenza di concerie come Pasubio, Masoni, Gruppo Mastrotto. Ma anche di distretti come quello toscano. Infine, ha visto Rino Mastrotto entrare nel CdA di SSIP (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti). Mentre Mirko Balsemin ci ha spiegato in una lunga e interessante intervista come intende interpretare la sua elezione a presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza.
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La manifattura che evolve
Il senso è: il futuro non lo puoi aspettare, lo devi costruire. Anche e a maggior ragione in un calzaturificio o in una pelletteria. Dimar Group, DIS – Design Italian Shoes, Sesa Shoes, Daniele Lepori, Giano, Dema ci hanno raccontato il modo in cui hganno interpretato e interpretano questo input. Senza dimenticare l’evoluzione digital di Mipel Lab, l’hub che si mette a servizio del sourcing pellettiero italiano di fascia top.
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Il futuro del lusso e della sneaker
Il primo fatturerà tra 360 e 380 miliardi di euro. La seconda ne incasserà 172. Come, dove, quando e perché scopritelo cliccando qua sotto.
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