Ha un futuro promettente, la pelle africana? Secondo alcuni governi del continente, assolutamente sì. Lo dimostrano gli investimenti in piani strategici e parchi industriali per rilanciare il settore. Tra questi, lo Zimbabwe, che nelle scorse ore ha annunciato un progetto decennale, e la Nigeria. Qui, il governatore della regione di Abia ha inaugurato due distretti industriali destinati esclusivamente alla filiera della pelle.
La pelle africana e lo Zimbabwe
Venerdì il vicepresidente dello Zimbabwe, Constantino Chiwenga, ha illustrato i dettagli della Zimbabwe Leather Sector Strategy. In altre parole, il piano di rilancio della filiera della pelle che inizierà quest’anno e terminerà nel 2030. Il progetto punta ad aumentare entro quella data le quote di vendita di prodotti a valore aggiunto e le esportazioni ma, come conseguenza, il governo immagina investimenti a monte tra gli allevatori. Alcuni analisti temono, però, che possa trattarsi di una mossa per ottenere consenso. Il giornalista James Gwati di zimeye.ne evidenzia, infatti, che in questi anni il presidente Emmerson Mnangagwa ha istituito diversi centri di lavorazione della pelle nella regione del Matabeleland. E che lo ha fatto “nel disperato tentativo di convincere la gente a votare per lo Zimbabwe African National Union (il suo partito, ndr) nel 2023”.
La speranza nigeriana
Intanto, in quelle stesse ore, nella regione nigeriana di Abia il governatore Okezie Ikpeazu ha inaugurato due nuovi distretti industriali. Uno è l’Aba Leather and Garment di Umunnato. Il secondo è l’Enyimba City Garmen Industry di Umukalika. Come riporta vanguardngr.com, Ikpeazu ha spiegato che le due aree dovrebbero “incoraggiare la produzione di pelli e capi d’abbigliamento“. I lavori di costruzione dei due distretti dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno.
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