La pelle bengalese respira, la scarpa indiana ci prova. Concia e calzaturiero, in questi Paesi asiatici, stanno conoscendo gravi difficoltà causa Covid. La pandemia ha colpito direttamente e indirettamente le aziende e, oggi, i rappresentanti delle industrie cercano di salvare il salvabile. Nel caso delle concerie del Bangladesh un aiuto arriva da Bangladesh Bank, l’istituto nazionale di credito, che ha riaperto i canali di prestito per le aziende di Savar. In India, invece, i calzaturieri di Agra chiedono di eliminare i dazi sulle importazioni di pelle e sostenere l’export di prodotti finiti.
La pelle bengalese respira
La notizia della proroga delle domande per i prestiti da parte di Bangladesh Bank rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per le concerie del distretto di Savar. I termini, ora, scadranno il 30 giugno 2021 anziché il 31 marzo. La decisione deriva dalle possibili conseguenze della nuova ondata pandemica che sta colpendo il Paese. Chi, invece, vorrà negoziare il prestito dovrà prima pagare il 2% dei prestiti in essere.
La scarpa indiana di Agra
Dopo aver registrato alcuni segnali positivi con l’inizio del nuovo anno, le industrie calzaturiere indiane stanno conoscendo nuove difficoltà a causa della nuova ondata di Covid. Tra i distretti che più stanno soffrendo, c’è quello di Agra, specializzato in scarpe in pelle. Secondo quanto riporta indiatoday.in, le sue esportazioni verso Europa e Stati Uniti hanno subito un calo del 40% rispetto al 2019, mentre i prezzi delle materie prime, nel complesso, sono aumentati di almeno il 30%. Per queste ragioni i vertici di CLE (Council for Leather Exports) hanno incontrato il ministro indiano alle Finanze, Nirmala Sitharaman, chiedendo l’abolizione del dazio del 10% sulle importazioni di pelle e il ripristino degli incentivi alle esportazioni. Per ora non hanno ricevuto risposta.
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