Un prodotto naturale, salubre, realizzato da un sistema industriale che tutela l’ambiente e le sue risorse. La conceria italiana si racconta alla Green Week. In altre parole, è stata protagonista (venerdì 9 e sabato 10 luglio) di tre talk alla Green Week, evento di Parma dedicato alla sostenibilità, nel contesto del quale ha anche aperto le proprie porte ai ricercatori delle più importanti università italiane. Ve li raccontiamo qui, ognuno abbinato al link che permette di rivederli online.
La pelle italiana si racconta ai talk della Green Week
Il primo panel portava come titolo “Pelle, ecopelle, plastica e materiali alternativi” ed è andato in scena venerdì 9 luglio. “La conceria è un asset strategico per l’economia italiana ed è penalizzato fortemente da una comunicazione errata che contiene spesso vere e proprie fake news – ha sottolineato Fulvia Bacchi (direttore UNIC – Concerie Italiane) -. Oggi la concia italiana è un’eccellenza. Le accuse che ci vengono rivolte sono false però è molto difficile combatterle. Come associazione stiamo lavorando in maniera capillare, facendo formazione perché sono i giovani il target da coinvolgere”. Proprio a loro si è rivolto Giancarlo Dani, titolare dell’omonimo gruppo conciario veneto. Lo ha fatto togliendosi una scarpa. “Io sulle mie calzature voglio la suola naturale e voi sulle vostre sneaker dovreste inserire almeno una soletta di cuoio – spiega -. Il cuoio ha infatti il grande vantaggio di assorbire la sudorazione “. Al talk ha partecipato anche Viola Dalle Mese (Conceria Montebello), raccontando il percorso che ha portato l’azienda a ottenere – prima conceria che opera nel settore moda – la qualifica Gold Rated LWG.
La risorsa idrica: un bene da difendere
Protagonisti del secondo talk conciario sono stati Luigi Culpo, direttore generale Medio Chiampo, che ha ripercorso la storia del depuratore e la sua trasformazione in risorsa per il distretto vicentino. Con lui Fabiana Orlandi del Servizio Ambiente UNIC e Giuseppe Fongaro (coordinatore attività di ricerca e laboratorio Montebello). Proprio quest’ultimo ha raccontato nel dettaglio il grande impegno della conceria vicentina per monitorare ogni singolo aspetto della produzione. Dalla quantità e dai valori dell’acqua utilizzati all’inizio del processo di concia fino alla sua conclusione. Passando per i vari passaggi che richiedono distinte lavorazioni e, quindi, macchinari adeguati alle diverse esigenze sostenibili e di produzione.
Da scarto a risorsa, un concreto contributo all’economia circolare
Pietro Succol, environmental manager Dal Maso Group, e Giacomo Zorzi (direzione Veneto UNIC) sabato mattina, hanno toccato i vari aspetti legati al tema del recupero e del riuso. Una virtù circolare che andrebbe resa più condivisa e comunicabile, permettendo a chi conosce poco il settore di capire cosa la concia davvero rappresenti.
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