Il martello dei prezzi batte forte sull’industria della pelle. Il settore ne ha subito i colpi lungo tutto il 2021, con preoccupanti implicazioni per la marginalità delle imprese, ricordava il presidente Fabrizio Nuti durante l’assemblea annuale di UNIC – Concerie Italiane. E continua a patirne le conseguenze, al punto da vivere in una condizione da “Allarme Rosso”, come scriviamo su La Conceria n. 2 – 2022. “Abbiamo quantificato che l’energia ha un costo aumentato del 300% – ci spiega Piero Rosati della conceria toscana Incas –. La depurazione è cresciuta del 30%, le pelli dal 15 al 30%, i prodotti chimici tra il 15 e il 40%. Senza dimenticare la logistica, che è fuori controllo”.
Il martello dei prezzi
Il meccanismo si è scatenato anche in conseguenza allo choc pandemico e, ora, rischia di complicare (se non compromettere) la ripresa dell’industria della pelle dallo stesso choc pandemico. All’argomento dedichiamo il numero 2 – 2022 del nostro magazine. Che quest’anno si struttura in un format monografico: ogni uscita approfondisce con focus e interviste un argomento soltanto. Il magazine di febbraio parla di rincari e di inflazione. Una questione che stressa l’intera filiera. Concia in primis che, oltretutto, deve confrontarsi con una clientela spesso poco interessata ad assorbire gli inevitabili aggiornamenti dei listini.
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