Certo, non è ancora l’inquilino della Casa Bianca, ma, come recita l’intestazione della lettera, è “the president-elect”. Ma la prima richiesta dalla pelle USA a Joe Biden (nella foto Shutterstock insieme al vicepresidente USA Kamala Harris) è già arrivata: scrivere la parola fine alla stagione del Trade War. LHCA, l’associazione statunitense dei trader di materia prima conciaria e dei conciatori, è tra i firmatari della missiva indirizzata a Biden dalle sigla Americans for Free Trade. “Le raccomandiamo fortemente di rivedere le politiche commerciali in corso – recita la lettera –, specie per gli effetti avversi che hanno sulla nostra economia. Ora che c’è da recuperare dal coronavirus, è prioritario”.
La pelle USA a Joe Biden
Sono oltre 150 i firmatari della lettera al prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. “La nostra coalizione rappresenta ogni parte dell’economia statunitense – scrivono –. Collettivamente, sosteniamo decine di milioni di posti di lavoro negli States lungo una vasta catena del valore”. Per tutti, la Cina rappresenta un rilevante partner commerciale (se non il principale): LHCA non fa eccezione. Per questo urge farla finita con la litigiosità di Donald Trump. “La guerra commerciale contro la Repubblica Popolare e gli altri partner commerciali (inclusa l’UE, ndr) ha comportato alle aziende e ai consumatori statunitensi il pagamento di 68 miliardi di dollari di tariffe, che sono tasse”. La barriera doganale è uno svantaggio competitivo (“Altri Paesi non le pagano”). Soprattutto, lamenta LHCA, un’inutile zavorra quando si tratta di risollevarsi dalla crisi scatenata dalla pandemia.
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