La congiuntura è dura e le imprese della pelle sono chiamate a stringere la cinghia. In Italia, in Europa e nel mondo. Lo dimostrano i risultati nei primi nove mesi del 2024 di Guangdong Tannery, quotata alla Borsa di Hong. La nota ha un vago senso positivo (in un’ottica puramente finanziaria) perché al calo dei ricavi (–7,3%) l’impresa ha risposto con un taglio dei costi tale da permettere la riduzione delle perdite di esercizio del 61,7%.
Stringere la cinghia
Dunque, Guangdong Tannery (che processa pelli bovine) nel periodo gennaio-settembre ha fatturato l’equivalente di 7,6 milioni di euro. “La domanda domestica è debole, così come il mercato della calzatura in generale – recita in sintesi la nota –: il quadro comporta una fiera competizione”. Il calo non è solo in valore, ma anche in volume. Soluzione? Guangdong Tannery ha deciso di tagliare “i costi fissi unitari” a beneficio “del profitto lordo” con interventi a tutti i livelli, dall’efficientamento all’amministrazione. Molto, però, è passato dall’esternalizzazione del lavoro: la quota di “attività in subappalto” è aumentata del 440,4% su base annua.
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