Ci risiamo. La Turchia starebbe preparando, a quanto riporta leatherbiz.com, un dazio da 50 centesimi per chilo sull’export di wet blue bovino. In questo modo Ankara, non paga del protezionismo che già pratica sulla propria materia prima conciaria, rincarerebbe la dose su un materiale già ora parzialmente sottratto al libero mercato. Già, perché dall’agosto 2017 grava un’imposta analoga sulle pelli salate bovine. La fiducia dei conciatori europei, che già hanno avuto modo di far sentire le proprie rimostranze presso il comitato MAAC (Market Access Advisory Committee) della Commissione Europea per le pratiche scorrette di un partner candidato a entrare nell’Unione Doganale, è ancora tradita.
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