L’Asia salva la pelle francese. E quella spagnola chiede aiuto al governo. L’industria d’Oltralpe ha registrato una contrazione delle esportazioni del 9% nel 2020, mentre le importazioni hanno subito un calo del 15%. Fattore chiave del risultato, tutto sommato positivo nell’anno del Covid, è l’incremento delle vendite verso la Cina. In Spagna, intanto, le concerie hanno chiesto al governo di essere inserite tra i settori che potranno accedere agli aiuti alla solvibilità.
L’Asia salva la pelle francese
Come certificano i dati di CNC (Conseil National du Cuir), nel 2020 il fatturato estero dell’area pelle francese si è attestato a 11,9 miliardi di euro (-9%). Le importazioni hanno subito un calo del 15%, toccando i 9,7 miliardi di euro. Ciò determina che la bilancia commerciale rimane in positivo. Il tutto grazie agli acquisti dei clienti cinesi. In particolar modo la Repubblica Popolare ha infatti importato pelli dalla Francia per il 74% in più dall’inizio della pandemia. Al contempo le importazioni dalla Cina alla Francia hanno subito un calo del 19% rispetto al 2019. L’Italia resta uno dei più importanti clienti del Paese d’Oltralpe, pesando per il 12% sulle sue esportazioni di pelle. Tuttavia nel 2020 la domanda ha registrato una contrazione del 19%. Ciò ha causato una diminuzione complessiva delle vendite di materia prima grezza del 35% e di lavorata del 45% (dopo l’ulteriore calo del 21% nel 2019).
L’appello della Spagna
Nel 2020 il volume d’affari della concia spagnola ha registrato una contrazione compresa tra il 30 e il 35%. Per questa ragione Acexpiel ha chiesto aiuto al governo. Nello specifico l’associazione dei conciatori, scrive Lederpiel, ha chiesto che il settore possa accedere al pacchetto da 11 miliardi di euro di aiuti alla solvibilità stanziati con il decreto legge 5/2021. (art)
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