Le concerie nell’(amara) attesa del 2025

Le concerie nell’(amara) attesa del 2025

Il discorso del presidente Fabrizio Nuti durante l’assemblea generale di UNIC – Concerie Italiane conferma il quadro: il 2023 ha segnato l’inizio di uno stato di crisi, che trova purtroppo conferma nel 2024. Stato di crisi che, come vi raccontiamo dalle pagine del numero di giugno del mensile La Conceria, sembra destinato a non trovare soluzione prima del 2025. “Esistono le isole felici, premessa utile a rendere il quadro meno fosco – si legge nell’approfondimento dal titolo I Conciatori in Amara Attesa –. Ma la pelle continua a navigare in una tempesta perfetta, mentre le aspettative per la ripresa della domanda da fine 2024 passano a un generico 2025”.

 

 

Il numero di giugno

Il numero di giugno de La Conceria si intitola “Alla Ricerca dello Spazio Perduto”. Perché si interroga sulle opportunità di mercato per i marchi indipendenti e artigiani in una congiuntura che vede i grandi brand fuggire in alto per consolidarsi nel segmento del lusso autentico. La prospettiva delle concerie, così come dei poli industriali di fornitura del prodotto finito, è diversa. Il posizionamento del made in Italy nell’alto di gamma internazionale è forte e quindi è auspicabile la ripartenza del segmento. Che, però, da solo non potrebbe sostenere un sistema manifatturiero ampio e articolato: per questo gli addetti ai lavori sognano la ripresa di tutta la domanda.

Clicca qui per leggere la versione integrale di I Conciatori in Amara Attesa

Qui per sfogliare il sommario del numero di giugno

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