Inevitabilmente, il nome porta alla mente i Beatles. Da Let It Be a Leather It Be, infatti, il passo è davvero breve. Molto più lungo, ragionato e (soprattutto) strategico è, invece, lo sviluppo del progetto green implementato dal gruppo toscano composto dalle concerie Masini, Nuova Albora, New Life, Antichi Conciatori e MC. Un progetto che, per l’appunto, si chiama Leather It Be.
Leather It Be
La pelle come dovrebbe essere. La pelle com’è. In altre parole: sostenibile sotto tutti i punti di vista. Il senso di Leather It Be sta, molto in sintesi, tutto qui. Sta in un percorso che per le concerie del gruppo Masini è durato un anno e ha portato anche a una completa e coordinata ridefinizione grafica e comunicativa della propria immagine. Aspetto, quest’ultimo, ben evidente in occasione dell’ultima edizione di Lineapelle (22/24 febbraio 2022, nella foto). “Leather It Be – spiega Serena Santiccioli, Sustainability Manager di Masini (conceria fondata nl 1965) – nasce dalla volontà comune alle aziende del gruppo di esprimere una profonda e condivisa consapevolezza green. E di farlo a più livelli, ognuna in base alla propria specificità aziendale e quella dei loro prodotti, avviando un processo di miglioramento continuo”.
Miglioramento continuo e concreto
Mettendo la basi di quella che “è una vera e propria filosofia: un modo di pensare e agire”, Masini ha messo nero su bianco il suo Manifesto Ambientale e si è aperta a una nuova prospettiva. Quella del less is more, ma, anche, del less is better. “Il progetto Leather It Be – continua Santiccioli – soddisfa in modo concreto e verificato la necessità di ridurre tutti i consumi”. Per esempio: “Utilizzare meno risorse, ridurre gli sprechi e gli impatti ambientali. Abbattere la produzione di rifiuti e le emissioni, Utilizzare in modo controllato i prodotti chimici recuperare quanto possibile in un’ottica di valorizzazione della circolarità”. Come nel caso del progetto di recupero del sale prima della messa a bagno delle pelli e, anche, come per lo stand di Lineapelle, realizzato con materiali completamente riciclabili. Senza dimenticare gli aspetti di etica e responsabilità sociale. “Tutto questo – sottolinea Giulia Masini, che ha curato il restyling dell’immagine aziendale -, alla fine, si traduce anche nel miglioramento del processo produttivo”.
Certificazioni e non solo
Qualsiasi filosofia green richiede, però, una certificazione di quelle che si definiscono “parti terze”. Ecco, allora, l’importanza delle certificazioni di prodotto e processo ottenute con ICEC (l’istituto di riferimento per l’area pelle). Alle quali, a fine dicembre 2021, si è aggiunta quella Ambientale ISO 14001. Poi: l’implementazione del percorso richiesto da LWG (Leather Working Group). C’è, infine, uno step ulteriore, culturale e tecnico allo stesso tempo, che si traduce nella collaborazione di Masini con il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa. Obiettivo, spiega la conceria toscana: “Promuovere iniziative di studio, formazione e assistenza finalizzate alla sensibilizzazione su sviluppo sostenibile e cambiamento climatico”. Uno dei risultati di questo rapporto è la pubblicazione dell’Università di Pisa dal titolo “Alfabeto dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici”, di cui Masini ha curato la ristampa. Perché senza conoscenza (e, quindi, consapevolezza) la sostenibilità non può mettere radici.
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