Annunciato, colpito e, forse, ora anche affondato. Nella foga battagliera che lo ha spinto a imbastire guerre commerciali con Cina, Unione Europea e Messico, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a marzo aveva messo nel mirino anche l’India. Adesso l’inquilino della Casa Bianca passa dalle parole ai fatti: dal 5 giugno Nuova Delhi sarà estromesso dal circuito GSP (Generalised System of Preferences), condizione che le permetteva di esportare negli States 2.000 prodotti senza alcuna imposizione doganale. Le associazioni indiane della calzatura di Agra (AFMEC) e della pelle (CLE), riporta la stampa internazionale, temono di dover rivedere al ribasso i progetti di crescita sul mercato statunitense.
I guai del Bangladesh
L’esuberanza di Trump, intanto, ha già fatto vittime tra i conciatori del Bangladesh. L’industria del Paese, ormai è noto, non se la passa bene. Ma Shaheen Ahmed, il presidente dell’associazione nazionale BTA, ha spiegato a The Indipendent come la guerra commerciale USA-Cina rischia di aggiungere il carico da 90 a una situazione giù tesa: “Pechino compra da noi materia prima conciaria da esportare per processarla oltre confine – spiega –. Ma adesso che gli Stati Uniti si dicono pronti ad alzare i dazi sull’import di prodotti cinesi, inclusi quelli in pelle, ne pagheremo anche noi le conseguenze”.
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