“È difficile dire cosa serve”. Ma, forse, “a noi basterebbe che venisse riconosciuto di più e meglio quello che facciamo”. Sono parole di Leonardo Volpi, neopresidente del Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale. Le pronuncia in un’intervista pubblicata sul portale di SSIP (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti), toccando una serie di temi sostanziali per tutela e sviluppo dell’industria conciaria. A partire dal concetto di “internazionalizzazione”.
L’obiettivo di Leonardo Volpi
“Il mio obiettivo come nuovo presidente – dice Volpi – sarà portare avanti il progetto di promozione e di internazionalizzazione della pelle conciata al vegetale, intrapreso negli anni”. Un progetto che funziona se “assicuriamo ricerca, innovazione e formazione. Ed in questa fase, soprattutto sulla formazione, abbiamo dovuto ripensare le nostre attività”. Il riferimento è, ovviamente, a Covid: “Abbiamo puntato sul web, sui social, sulle nuove tecniche che garantiscono incontri e riflessioni non in presenza. Con la formazione on line abbiamo risolto tanti problemi e continuato a tutelare, in Italia e nel Mondo, la qualità del prodotto”. Una delle linea guida del Consorzio è, infatti, quella di formare “i lavoratori, i giovani per preparali al mercato del lavoro, lo facciamo affinché riconoscano il prodotto, la qualità, le applicazioni. Serve alle imprese, serve ai clienti”.
Siamo all’avanguardia
Dobbiamo “tornare ad essere protagonisti nel mondo, da Tokyo alla Corea, alla Cina. Senza dimenticare il mercato americano”, continua Volpi. Come? “È difficile dire cosa serve. A noi basta che venga riconosciuto di più e meglio quello che facciamo, i nostri valori. Sulla sostenibilità, ad esempio, da anni seguiamo protocolli moderni ed efficienti. Facciamo, al netto di certificazioni e riconoscimenti burocratici, cose notevoli. Dal riciclo dei prodotti, dal recupero di fanghi e grasso siamo all’avanguardia. Dobbiamo fare in più per comunicarlo: ma ci va riconosciuto”.
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