Quella della pelle è una filiera molto lunga, estesa quanto i non addetti ai lavori a stento immaginano. È una filiera ricca e prolifica: secondo alcune proiezioni, si inserisce in un circuito manifatturiero globale il cui valore di produzione, dalla moda all’automotive, tocca i 400 miliardi di dollari annui. “Lineapelle, al via domani a Fieramilano Rho e in programma fino a giovedì 27 settembre, è la fiera per eccellenza della filiera pelle e dei materiali – spiega Gianni Russo, presidente dell’ente fieristico e di UNIC – Concerie Italiane, durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi stamani a Milano (nella foto) –. Riunisce una comunità che rappresenta un giro d’affari da 150 miliardi di dollari. Con espositori da 47 Paesi e visitatori da oltre 100, è un evento che riunisce e avvicina il mondo”. Lineapelle95, che vedrà il mondo della pelle e dei materiali per la moda presentare le collezioni dell’Autunno-Inverno 2019-2020, apre sotto gli auspici “dei numeri in crescita – rivendica Fulvia Bacchi, amministratore delegato della manifestazione e direttore UNIC – Concerie Italiane –: aumentano espositori, superficie espositiva e varietà dei Paesi di provenienza”. Una centralità della fiera e della filiera riconosciuta da Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: “Lineapelle è lo specchio dell’eccellenza dell’Italia nel mondo”. Un’industria che si accinge ad affrontare i tre di giorni di fiera nel contesto di una congiuntura carica di interrogativi: “I primi sei mesi dell’anno portano parziali segni di raffreddamento – afferma Luca Boltri, vicedirettore di UNIC – Concerie Italiane –. È un trend cui concorrono molti fattori. Alcuni esterni al settore, come le tensioni tra Stati Uniti e Cina e quelle tra Russia ed Unione Europea. Altre interne, come l’incertezza della domanda. I volumi di produzione rimangono comunque in crescita”.
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