L’odissea di Curtume CBR prende vie legali. I lavoratori della conceria argentina hanno denunciato la proprietà, cioè una società brasiliana. La decisione è arrivata al termine di un lungo percorso che ha avuto inizio con la sospensione dell’attività dell’azienda. Ora i dipendenti lamentano di essere stati abbandonati, senza stipendio e con misure di sostegno al reddito prossime al termine.
L’odissea di Curtume CBR
Lunedì 27 settembre 2021 i lavoratori della conceria Curtume CBR, con sede a Nonogasta, in Argentina, hanno denunciato i titolari dell’azienda. Federico Salazar (segretario del sindacato dei conciatori SECALAR), come riporta nuevarioja.com.ar, ha precisato che il motivo è da ricondurre a “un reato previsto dal Codice Penale”. In altre parole, “CBR non è fallita ma (i titolari) hanno lasciato che la linea di produzione si logorasse per poter poi sostenere, a suo tempo, l’inevitabilità del fallimento”.
700 famiglie
Salazar sostiene, inoltre, che la denuncia è stata presentata perché, in questo modo, i lavoratori sperano di poter tornare a lavorare. “È essenziale punire chi ha lasciato per strada 700 famiglie, senza pagare gli stipendi e senza licenziare i dipendenti per poter riscuotere qualche tipo di risarcimento” sostiene.
Ultime speranze
Lavoratori, sindacato e governo locale sono alla ricerca da tempo di una soluzione. Salazar ricorda che il governatore provinciale, Ricardo Quintela, “ha cercato di reperire un imprenditore interessato al salvataggio, ma i titolari dell’azienda si sono messi di traverso”.
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