L’ultima ondata di Covid può essere fatale per la pelle indiana

L’ultima ondata di Covid può essere fatale per la pelle indiana

Contagi che non rallentano, aziende che chiudono, imprenditori costretti a ricorrere ai prestiti. In India la situazione è critica. La pandemia continua a infierire e l’ultima ondata di Covid sta colpendo ancora più pesantemente. Le ripercussioni sul sistema produttivo e sulla filiera della pelle in particolare sono molto gravi. Molte concerie, calzaturifici e pelletterie sono sull’orlo del baratro. Alcuni hanno già deciso di chiudere definitivamente. Altri stanno accumulando debiti.

Ultima ondata di Covid

“Nel gennaio dello scorso anno, prima che il virus colpisse per la prima volta, il mio negozio ha registrato vendite di circa 100.000 rupie in un mese (circa 1.100 euro). Oggi, le vendite arrivano a 20.000 rupie al mese (circa 225 euro). Avevo due dipendenti nel mio negozio, i cui servizi ho interrotto perché non potevo pagare il loro stipendio” racconta a theprint.in l’imprenditore Ranvijay Singh, titolare di un piccolo calzaturificio. La città rappresenta uno dei maggiori mercati di calzature in pelle e pelletteria del Paese, ma qui molte aziende vanno gambe all’aria a causa delle ricadute della pandemia. A rifornire di materia prima l’area è il vicino distretto conciario della regione, Kanpur, uno dei maggiori dell’intera India. E qui le cose non vanno meglio.

Concia al palo

A Kanpur, nei pressi di Jajmau, sorgono circa 300 concerie. Pesano per il 30% sul commercio di pelle dell’intera India. Prima della pandemia i conciatori hanno dovuto fare i conti con importanti restrizioni agli scarichi che il governo ha imposto per ripulire le acque del Gange. Dinamica che li ha tenuti fermi per mesi. “E poi è arrivato il virus – dice Nafees Azmat, direttore di Allied Leather Finishers Private Limited -. Le fabbriche qui stanno ora lavorando al 50% della loro capacità e le esportazioni sono scese del 50%”. (art)

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