Le direttrici che si è dato il gruppo LVMH sono chiare. Preservazione delle specie animali in natura e dello stesso welfare animale in allevamento (alimentazione, qualità degli spazi e, tra le altre cose, presenza di un veterinario), innanzitutto. Ma anche attenzione alle sostenibilità sociali e ambientali, incluso “il rispetto delle comunità locali”. Il colosso francese del lusso, come riporta AFP, si è dotato di nuovi standard per la supply chain della pelle di coccodrillo, “sviluppati e validati da un comitato di esperti scientifici”, una mossa che è “parte di un approccio globale all’allevamento e al trattamento adeguato degli animali”. Il gruppo, che controlla marchi come Louis Vuitton, Fendi e Dior, comunica di aver già certificato secondo i nuovi standard tre delle aziende che forniscono la conceria di Singapore. Dal momento che la sostenibilità, come vi raccontiamo sul numero 2 de La Conceria, c’è chi la predica, e chi la pratica, LVMH comunica che entro il 2020 passeranno al vaglio dei nuovi standard i venti allevamenti (dislocati tra Australia, Zambia, Zimbabwe, Kenya, Filippine e Stati Uniti) fornitori di pelli di coccodrillo.