Se volete sapere chi sta intercettando le quote di mercato conciario perse dalla Cina, fatevi un giro a Bangkok. La filiera della pelle tailandese aumenta gli acquisti e investe in stabilimenti, forte di quella domanda di materiale finito cui il tessuto manifatturiero della Repubblica Popolare, sferzato dalle strategie di riposizionamento messe in campo da Pechino, non è più in grado di rispondere. A dare la misura del fenomeno è il Nikkei Asian Review: stando ai dati della sede tailandese dell’agenzia nipponica per il commercio estero, le importazioni di pelli nell’ultimo anno sono aumentate del 7% (per complessivi 650 milioni di euro). Gli investimenti fioccano nella concia per tutte le destinazioni d’uso. Qualche esempio? Calzatura: Creative Performance Leather, conceria della provincia di Samutprakarn, ha messo sul piatto 127 milioni di baht (circa 3,4 milioni di euro) per aumentare la produttività del 40%, di modo da portarla a 325.000 metri quadri mensili di pelli bovine e suine. Automotive: Interhides, fornitore di sedili in pelle per auto, ha investito l’equivalente di 12 milioni di euro per una conceria la cui capacità produttiva, oggi 1 milione di pelli l’anno, a pieno regime arriverà a 4 milioni di pelli. Arredamento: la società Teamfurn (fornitore per brand nazionali e esteri) annuncia di voler edificare la propria.
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