Lo scenario di mercato per la concia messicana non è roseo. E, ora, ci si mette anche Volvo, che rovina i già difficili piani di ripresa della pelle del Guanajuato. I dati diffusi da CICUR, l’associazione che rappresenta il distretto conciario messicano, dicono che il settore è in sofferenza, soprattutto a causa della divisione automotive. La notizia che il gruppo auto svedese dismetterà l’impiego della pelle nei suoi veicoli promette nuove difficoltà.
Lo scenario economico
Dunque, nei primi 7 mesi del 2021 la concia del Guanajuato ha fatturato circa 17,5 miliardi di pesos (più di 730 milioni di euro). La performance, come riporta la stampa messicana, si attesta al -15% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma registra anche un declino che ha radici più profonde della crisi di consumi scatenata dalla pandemia. Dal 2016 a oggi la concia ha perso complessivamente 3 miliardi di fatturato di pesos. Secondo CICUR, il problema non risiede tanto nella produzione di calzature e accessori. È la filiera dell’auto ad aver tradito la causa.
Volvo si abbatte sui piani di ripresa della pelle
Ricardo Muñoz Arona, presidente di CICUR, non è affatto contento di sapere che Volvo Cars rinuncia alla pelle. In parte per ragioni generali. Il gruppo svedese si inserisce nel (triste) elenco dei brand globali che voltano le spalle alla pelle (con prese di posizione tanto sdegnose quanto incircostanziate). Ma anche per ragioni molto particolari: nel Guanajuato, racconta, ha sede una conceria tedesca che è fornitrice proprio di Volvo. Come si direbbe nello slang da social, “mai ‘na gioia”.
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