Il mondo conciario nigeriano è in tumulto. Il direttore generale dell’Agenzia Nazionale per l’applicazione delle Norme e dei Regolamenti, Lawrence Chidi Anukam, ha espresso il proprio rammarico per i sistemi di lavorazione non sostenibili dal punto di vista ambientale che le aziende impegnate nella lavorazione delle pelle adottano nel distretto di Kano, ritenuto un polo industriale strategico. “È molto più facile distruggere che costruire” ha lamentato Anukam, minacciando interventi legislativi qualora le aziende non modificassero il proprio atteggiamento: “Tutto ciò non può continuare, non lasceremo che un settore industriale distrugga ciò che consideriamo patrimonio comune. Non siamo intenzionati ad applicare sanzioni, ma se saremo costretti a farlo, lo faremo”. Nei mesi scorsi ispettori governativi hanno fatto visita più volte al distretto, imponendo l’acquisto e l’installazione di attrezzature anti-inquinamento con effetto immediato. A testimoniare l’attenzione crescente delle istituzioni in questo specifico settore produttivo, vi sono anche le parole di Tunde Sodade, amministratore delegato della Lekki Worldwide Investments, la società incaricata dal governo di Lagos di sviluppare le attività di piccole e medie imprese della regione di Lekki. Ai media locali Sodade ha spiegato che è in corso un progetto per sviluppare strutture e mettere a disposizione delle imprese gli strumenti per partecipare ai grandi flussi commerciali. “Abbiamo designato un’area per la pelle, un’altra per i cosmetici e un’altra per i prodotto alimentari” ha spiegato il manager, aggiungendo che “per quanto riguarda il commercio di pellame verranno fornite tutte le infrastrutture comuni come macchine per il taglio, per la colorazione, generatori e altri strumenti”. L’obiettivo è quello di spingere per la fusione tra piccole e medie aziende, in modo da creare massa critica sui mercati.
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