Non può essere contenta dei dazi di Trump la concia europea

Non può essere contenta dei dazi di Trump la concia europea

C’è poco da essere contenti dei dazi imposti dall’amministrazione Trump, in generale. La concia italiana ed europea, in particolare, vedono un nuovo ostacolo verso un mercato strategico. “Le tariffe (del 10% ad valorem dal 5 aprile, ad valorem del 20% dal 9 aprile, ndr) andranno a sommarsi ai dazi attualmente previsti per l’export verso gli USA, che oscillano tra lo 0% e il 5% a seconda delle tipologie di pelle e la lavorazione delle stesse – scrive il Servizio Economico di UNIC – Concerie Italiane –. Dal 9 aprile, quindi, i dazi complessivi sulle pelli italiane in ingresso negli USA saranno compresi tra il 20% ed il 25%”.

Le condizioni doganali

La situazione non è di semplice lettura, perché la Casa Bianca incalza con frequenti novità. Salvo modifiche, osservano da Lineapelle, alcune categorie doganali risultano esentate, come alcune componenti automobilistiche (ma perché già ricadono nei dazi imposti ad acciaio e alluminio) oppure i ricambi “strategici” per l’aerospaziale e la difesa. La situazione è talmente magmatica, dicevamo, che l’ente fieristico milanese consiglia di “verificare caso per caso con il proprio spedizioniere, con i consulenti doganali o direttamente allo U.S. Customs and Border Protection” le condizioni poste al proprio prodotto.

 

 

Chi può essere contento dei dazi

Intanto, di sicuro la zavorra dei dazi appesantisce le condizioni del mercato statunitense. “Le vendite di beni italiani negli USA sono state pari a circa 65 miliardi di euro nel 2024, oltre un decimo del totale dell’export (10,4%, stime provvisorie) – scrive UNIC –. A livello di filiera, l’export del comparto moda pelle italiano (calzatura, pelletteria, abbigliamento in pelle, arredo imbottito e carrozzeria) verso gli USA è stato pari a 2,6 miliardi di euro nel 2024”. E la concia come se la stava cavando? L’industria italiana ha esportato “pelli finite per un valore di oltre 158 milioni di euro lo scorso anno. Il paragone 2023/2024 mostra un trend in rallentamento verso gli USA sia rispetto al comparto moda (-4%), che al settore conciario (-3%)”.

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