Osci Pellami festeggia 90 anni e rinnova la tradizione guantaia

Osci Pellami festeggia 90 anni e rinnova la tradizione guantaia

L’antica tradizione partenopea dei guanti in pelle si rinnova col passaggio generazionale. L’azienda campana Osci Pellami ha compiuto 90 anni e ha festeggiato l’importante anniversario in occasione di Lineapelle 104 (17-19 settembre 2024). La storica realtà, specializzata nella pelle per guanti, è oggi alla quarta generazione e vede crescere al suo interno giovani volenterosi di portare avanti e rinnovare “l’arte, il sapere e il mestiere di vecchie mani”. In fiera i microfoni de La Conceria hanno intervistato il titolare Giuseppe Osci, insieme ai suoi figli Raffaele e Michele (in foto).

La famiglia di Osci Pellami

Da dove è partita la vostra storia?
È stato il nonno Giuseppe a fondare l’azienda a Napoli. Un piccolo opificio che oggi è diventato una realtà più strutturata, spostatasi a Teverola (Caserta). Tutto è partito dalle pelli per guanti e siamo tuttora legati alla tradizione guantaia.

Come siete cresciuti negli anni?
Oggi lavoriamo per il 50% in Italia ed esportiamo l’altro 50% nel mondo. Nelle Filippine per conto di clienti Europei, ma anche in Est Europa, come Ungheria e Romania. Recentemente stiamo iniziando a collaborare con l’America per i guanti sportivi, ad esempio per golf ed equitazione.

Qual è il vostro mercato di riferimento?
La produzione di guanti sportivi, per un settore tecnico dove per fortuna il sintetico non è apprezzato. Ma la destinazione principale rimane il fashion di alto livello. Le firme ancora ci credono nel guanto e a volte costruiamo progetti direttamente coi brand del lusso.

 

Osci Pellami festeggia 90 anni e rinnova la tradizione guantaiaOsci Pellami festeggia 90 anni e rinnova la tradizione guantaia

 

Come vivete il cambio generazionale?
Siamo alla quarta generazione. Raffaele e Michele, i miei figli, sono ormai da alcuni anni in azienda e si danno molto da fare. Alle 7 del mattino sono in azienda. Hanno passione e capacità. Io (Giuseppe, ndr) sono alla supervisione dei lavori e voglio lasciare che loro si facciano strada in autonomia, perché un giorno saranno loro a guidare tutto.

Come si resiste sul mercato per 90 anni?
In questi 90 anni abbiamo visto tante oscillazioni. Nel nostro settore hanno chiuso molte aziende e per questo abbiamo cercato di puntare sempre più sull’esportazione. Prima il guanto era solo a Napoli, ora viviamo in un mercato globalizzato. Noi stiamo resistendo perché non abbiamo fatto investimenti sbagliati.

Qual è il problema principale del settore guanti?
Il problema è la manodopera. Mancano i ragazzi che vogliano imparare a fare i guanti. La richiesta ci sarebbe, ma manca la cultura dell’artigianato.

Qual è il vostro punto forte?
Seguiamo tutto in prima persona. Nelle selezioni, nelle produzioni. E abbiamo i fornitori giusti fidelizzati.

Quanti siete in azienda?
Una decina di persone. La dimensione medio-piccola ci ha permesso di resistere sul mercato con un effetto fisarmonica, per crescere nei momenti di maggior richiesta e tornare al nostro organico in altre fasi.

Progetti per il futuro?
Ci siamo trasferiti nel 2008 a Teverola e manteniamo un settore dell’umido (esternalizzato sotto nostra direzione) a Solofra. Ora lo vogliamo riportare dentro l’azienda. Vogliamo fare nuovi investimenti in azienda e inserire nuovi macchinari. Poi il futuro è in mano ai nostri figli. (mvg)

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