“Salvare la filiera della pelle”. È quanto chiede il presidente dell’associazione pakistana dei conciatori Anjum Zafar al governo di Islamabad. Il rischio è che collassi l’industria. Le origini della crisi profonda sarebbero innanzitutto strutturali, a partire dall’esclusione delle concerie dalla procedura sui rimborsi per il calo delle esportazioni. A queste va aggiunta l’emergenza coronavirus, con sue ricadute sull’economia.
Salvare la filiera
Come riporta recorder.com, Zafar ha spiegato che le esportazioni di pelle registrano da tempo un importante calo. La mancanza di introiti non è, però, compensata dal governo come in passato. In particolare Zafar denuncia l’esclusione delle aziende del settore dal nuovo schema DLTL (Drawback of Local Taxes and Levies). Lo schema è in vigore da luglio 2018 e lo sarà fino a giugno 2021. Il governo lo ha rivisto recentemente. La misura prevede un rimborso sulle tasse pagate dalle aziende che non registrano un incremento delle vendite all’estero oppure una contrazione. La pandemia ha peggiorato la situazione.
Serrande abbassate
Zafar ha denunciato che nel 2019 le esportazioni di pelle e prodotti in pelle erano già in calo del 23,61%. Finora la contrazione registrata nel 2020 rispetto al 2019 è del -27,01%, con un picco del -40% a settembre. “Alcune fabbriche – avverte il presidente dei conciatori – hanno già chiuso le loro attività”. (art)
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