Settimanale Panorama, edizione del 16 settembre 2015, pagina 28. La sezione è quella economica e il titolo lascia spazio a pochi dubbi: “Occhio, qui ci vogliono fare la pelle”. Arriva sul noto periodico l’allarme dell’industria conciaria italiana relativo al protezionismo che in gran parte del mondo impedisce o limita la libera circolazione delle pelli grezze. Un allarme molto attuale, vista la provocazione dei colleghi inglesi che, per voce del segretario della loro associazione di categoria, Kerry Senior, hanno dichiarato “avrebbe molto più senso che il nostro grezzo bovino fosse lavorato dalle nostre concerie e non venduto agli italiani”. Parole fuori logica, perché la Gran Bretagna produce al macello il triplo dei pellami che le sue concerie potrebbero far girare nei bottali. Ma anche parole che riaccendono la miccia di un problema gravissimo, quello del protezionismo, e fanno riemergere la rabbia contro “Bruxelles che respinge i nostri sos contro il protezionismo e ci beffa”. Il tutto, con Cotance, la federazione europea di categoria, “sempre zitta”. Conclude Sergio Luciano, autore dell’articolo pubblicato da Panorama: “Quanta indifferenza della casa comune d’Europa, dove l’Italia produce il 65% del totale! Forse è proprio questo il motivo?”.
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