Il titolo è, per certi versi, già tutto un programma e, allo stesso tempo, un manifesto. “Pelle e aspettativa di vita: un collegamento inatteso“. È quello di un video in animazione realizzato dal gruppo conciario veneto Dani. Obiettivo: dimostrare, una volta di più e nel modo più chiaro possibile, il valore circolare della pelle e dell’industria che la produce. E per farlo, in questo caso, si è scelta la via di un collegamento “inatteso”.
Pelle e aspettativa di vita
Il punto di partenza del video è lontano nel tempo. Anno 1900: la popolazione mondiale è di 1,6 miliardi di persone. Il salto è al 2050, quando si prevede che il numero di abitanti del pianeta raggiungerà quota 9,7 miliardi. Negli stessi 150 anni l’aspettativa di vita, dagli iniziali 32 anni arriverà a 75 tra 30 anni. E la pelle cosa c’entra?
L’inatteso collegamento
L’animazione, che dura 1 minuto e mezzo, propone dunque, l’inattesa (ma positiva) correlazione tra pelle e aspettativa di vita. Perché se questo innalzamento è stato e sarà possibile, va ringraziato il ruolo delle “proteine complete contenute in latte, formaggio e carne”. Un ruolo che, vista la prorompente crescita demografica della razza umana, aumenterà in modo molto significativo. Risultato: 7 milioni di pelli bovine grezze sulle quali pende una scelta: dismetterle (con tutti i connessi costi ambientali e non solo) o valorizzarle per produrre accessori di qualità, durevoli, utili, belli? Senza dimenticare tutto quello che si produce con i sottoprodotti del ciclo conciario. Sembra ovvio. Purtroppo, però, per una gran parte del mondo non è così.
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