“L’export italiano complessivo di pelli conciate, sulla base dei dati ancora parziali attualmente disponibili (primi 9 mesi), stima di chiudere il 2017 con un aumento dell’1% circa in valore e del 9% in volume”. Una buona notizia che, se confermata, permette “alle esportazioni italiane di pelli conciate di interrompere il trend lievemente negativo che aveva caratterizzato i due anni precedenti”. Lo comunica il Servizio Economico UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria), sottolineando che “si tratta di un cambio tendenziale di fondamentale importanza in quanto il contributo dei mercati esteri per la conceria italiana risulta da tempo fortemente maggioritario e ha superato, negli ultimi anni, il 75% del totale: 25 anni fa, la quota era pari al 35%”. Nel dettaglio: dopo due anni torna a crescere l’area cinese (+7%), poco brillante l’Ue con l’unica eccezione della Francia (+1%). Positivi “Regno Unito (+7%) e Vietnam (+14%), mentre appaiono invariati i flussi verso gli USA, dopo sette anni di continui incrementi”. La pelle italiana, dunque, conferma la sua leadership, “costruita su qualità, innovazione tecnologica, ricerca stilistica e sostenibilità – dice UNIC -. Fattori che si riflettono sul valore complessivo della produzione e sul peso commerciale internazionale delle concerie italiane, entrambi da molti anni al primo posto sia nel ranking europeo che in quello globale con esportazioni raggiungono in media 125 Paesi ogni anno”.
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