“Le parole sono importanti”. Sembra incredibile, ma il post con cui PETA chiede agli editori di tutto il mondo di violentare i loro dizionari per includere nella definizione del lemma pelle anche i materiali sintetici che la imitano, inizia proprio così. Ma noi usiamo lo stesso attacco per ribattere all’associazione animalista e ricordarle che, proprio perché le parole sono importanti, la loro richiesta è assurda e irricevibile. Con un articolo pubblicato sul loro blog il 4 aprile, PETA annuncia l’avvio di una campagna per indurre le redazioni dei più importanti e popolari dizionari al mondo a considerare alla voce pelle non solo il materiale di origine animale. Per farlo, adduce le solite argomentazioni tendenziose sull’impatto ambientale e sulla responsabilità etica della filiera, confondendo oltretutto i confini di quella della carne con quelli della pelle e attribuendo all’intero globo, allo scopo di suggerire l’idea di un’industria dalla linea media molto bassa, responsabilità che sono solo di alcune aziende in alcuni territori. Non contenta, PETA, che promuove e sostiene la conversione ai materiali “vegan” dei brand, dividendo la moda in due tra amici e nemici, non nasconde che alla base della sua petizione ci sono ragioni di marketing e quindi banalmente di mercato.
Allegata allo stesso post del 4 aprile, c’è la lettera (la prima di una lunga serie) che PETA rivolge a Markus Dohle, ceo di Penguin Random House, colosso editoriale anglo-statunitense che gestisce 250 marchi. UNIC, l’Unione Nazionale dell’Industria Conciaria, e le associazioni internazionali di riferimento monitorano la situazione e prendono le contromisure.
Ora che PETA lancia il guanto della sfida sul piano della linguistica, tema sul quale siamo da sempre vigili, non possiamo lasciarle campo libero. Per questo ti invitiamo a far sentire la tua voce scrivendo a Markus Dohle e incoraggiandolo a non farsi condizionare dalla pressione mediatica di PETA.
Qui di seguito puoi scaricare sul tuo desktop la lettera che ti invitiamo a inoltrare a Dohle. Il file .pdf è editabile: cioè nel campo in altro a destra puoi inserire il tuo nome. Cliccando sul tasto “SEND”, poi, un sistema automatizzato predispone l’invio della mail.
Contiamo su di te.