Herambiente Servizi Industriali, nel proporsi come motore dell’economia circolare, ha attivato sulle imprese della filiera conciaria una campagna per il recupero degli imballaggi in plastica. Obiettivo: contenere i costi della gestione rifiuti e promuovere, concretamente, l’economia circolare
[articolo sponsorizzato]
Un occhio al budget e uno all’ambiente
Innanzitutto, un deciso passo verso la sostenibilità, ma soprattutto la possibilità di avere un impatto economico positivo nella gestione dei rifiuti. Sono due, e sono validissimi, i motivi che portano il settore conciario verso il recupero degli scarti in plastica. Soprattutto film monopiega per imballare il prodotto finito e cappucci per la protezione dei semilavorati. A spingere verso la convenienza nel recupero della plastica è anche la prospettiva di portare a smaltimento sempre meno rifiuti, di nuovo con un positivo impatto ambientale e sui costi.
Plastica usata in cambio di plastica rigenerata
Herambiente Servizi Industriali, nell’ambito dei servizi di global waste management offerti alle aziende della filiera della concia, ha iniziato nel 2023 una massiccia campagna di incentivazione al recupero della plastica. Parte, innanzitutto, dalla consulenza per analizzare, lungo il processo produttivo, le tipologie di polimero utilizzate e le modalità migliori di separazione dagli altri rifiuti. In questo modo, se in precedenza gli imballaggi in plastica non venivano raccolti in modo differenziato, dopo alcuni mesi di test è possibile stimarne la quantità. A quel punto diventerà più facile comprendere, grazie alla vendita sul mercato della plastica raccolta, quanto il ricavato potrà incidere positivamente sul costo della gestione complessiva dei rifiuti. E sarà possibile valutare la praticabilità di soluzioni a cosiddetto ciclo chiuso. In altre parole: Herambiente ritira cappucci e film monopiega usati, li avvia a recupero e, successivamente, riconsegna al cliente imballaggi rigenerati pronti per un nuovo utilizzo, con un sensibile abbattimento della CO2 impiegata per il packaging.
Volpi Concerie e Dani e Volpi: un caso virtuoso
È il percorso di gestione virtuosa di tutti gli scarti di produzione che hanno intrapreso anche Volpi Concerie e Dani e Volpi (Ponte a Egola). “Quando, nell’ambito del servizio di global waste management, ci è stato proposto di attivare il ciclo chiuso sui rifiuti plastici, abbiamo aderito con grande convinzione”, spiega Leonardo Volpi, amministratore delle due concerie e presidente del Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale. “Questo non solo per l’impatto economico positivo sulla gestione dei rifiuti, ma anche perché pienamente in linea con la nostra visione d’impresa, totalmente orientata alla sostenibilità e alla circolarità delle risorse”.
La separazione delle plastiche
La gestione degli scarti in plastica può, insomma, diventare un tassello fondamentale dell’economia circolare in azienda. Di ciò, Herambiente Servizi Industriale si propone come motore, accompagnando le aziende del settore, sempre più attente agli aspetti di sostenibilità. La crescente sensibilità ambientale dei mercati (si prenda, per esempio, la certificazione Leather Working Group – LWG) e l’evoluzione normativa, chiedono infatti anche agli scarti di essere parte della catena del valore. Obiettivo: contribuire agli obiettivi di circolarità e uso intelligente delle risorse.
Herambiente motore dell’economia circolare
Il motore dell’economia circolare di Herambiente si muove dunque a tutto tondo per migliorare le performance di sostenibilità dei clienti. Lo fa con interventi che massimizzano le percentuali certificate di recupero di energia e materia. A cominciare dagli scarti veri e propri di produzione. Per esempio: i ritagli di pellame e i rifiuti liquidi (anche pericolosi come i solventi, ad esempio) derivati dai trattamenti.
Leggi anche: