La questione non è tanto se sì o se no. Ma come: in che tempi, con quali modalità. Per il resto ritoccare i listini è una scelta ineluttabile: “Non ci sono alternative”. Ce lo raccontano sul numero 10 de La Conceria gli imprenditori della pelle italiana. Che sono in sintonia in maniera trasversale alle tipologie di materiale (bovina grande o piccola, ovicaprina) e alle destinazioni d’uso (calzatura o pelletteria). Perché i rincari (dell’energia, delle materie prime, dei trasporti) sono troppo forti per pensare di assorbirli tutti in prima persona.
“Non ci sono alternative”
Il numero 10-2022 del nostro magazine mensile si intitola “Venderemo cara la pelle”. Per saggiare il polso della situazione da più prospettive abbiamo parlato con Chiara Mastrotto (Gruppo Mastrotto), Giancarlo Dani (Gruppo Dani) e Piero Rosati (Incas). Abbiamo sentito Fabrizio Nuti nel duplice ruolo di titolare di Nuti Ivo e di presidente di UNIC – Concerie Italiane. Non solo. Abbiamo raccolto le testimonianze di Ilaria Pistolesi (Pistolesi), Pietro Lanzara (D.L. Leather) e Vilmaro Sestini (Treeffe).
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