Tramonta l’idea del CETP a Savar, nel “nuovo” distretto conciario del Bangladesh. Secondo alcune indiscrezioni, il governo della nazione asiatica sarebbe in procinto di consentire alle concerie di costruire piccoli ETP. In altre parole: impianti di trattamento degli effluenti. Una decisione che si renderebbe necessaria per ovviare alla mancanza della piena messa in funzione dell’impianto centrale, l’ormai noto (per il cronico ritardo) CETP. Impianto, quest’ultimo che avrebbe dovuto aiutare le concerie bengalesi ad adeguarsi agli standard internazionali. Dopo anni, però, non è ancora pronto.
Tramonta l’idea del CETP
La costruzione del CETP avrebbe dovuto rilanciare il settore conciario bengalese e, al contempo, permettere la completa liberazione della vecchia e inquinatissima area industriale conciaria di Hazaribagh. Per questa ragione la maggior parte delle concerie della città aveva trasferito l’attività nel nuovo distretto di Savar, quello che avrebbe dovuto essere servito dal CETP. Ma, al momento, l’impianto centrale resta ancora un sogno. Anzi, è diventato un incubo. Infatti: negli ultimi mesi la pressione degli addetti ai lavori è cresciuta a causa delle nuove difficoltà comportate dall’epidemia da CRV. Le poche commesse in portafoglio sarebbero andate perse perché i clienti cercavano soluzioni rispettose degli standard internazionali.
Impianti “fai da te”
Così, il governo starebbe pensando di consentire la costruzione di impianti di trattamento degli effluenti (ETP) da parte delle singole concerie di Savar. Si tratterebbe di sistemi di lavorazione dei reflui da collegare ai propri impianti di scarico. A riportarlo è The Financial Express, secondo cui non ci sarebbero, per ora, ulteriori dettagli sul progetto.
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