Social con gli sguardi puntati sul Decreto Pelle. Sabato, 6 giugno 2020 (alle 14.30), l’account Instagram della giornalista Mariella Milani ha ospitato un approfondimento significativo per quanto riguarda l’approvazione (datata 28 maggio) da parte del Consiglio dei Ministri del DL che, finalmente, regola l’utilizzo della terminologia conciaria. “Si tratta di una vittoria storica per UNIC – Concerie Italiane”, ha detto Mariella Milani, introducendo l’intervista a Fulvia Bacchi, direttore generale dell’associazione che rappresenta i conciatori italiani.
Una vittoria storica per UNIC
“Questa legge – ha continuato la giornalista che, lo scorso febbraio ha curato la mostra Questione di Pelle allo Spazio Lineapelle (Palazzo Gorani, Milano) – rende giustizia a un settore fondamentale dell’economia italiana”. Non solo perché, come ha spiegato Fulvia Bacchi, “aggiorna e attualizza una legge del 1966 ormai vetusta e sorpassata”. Ma anche perché sgombra il campo da tutte le furbizie legate all’uso di termini come “ecopelle, che richiama la dimensione della sostenibilità, ma che in realtà è sintetica”, ha sottolineata Mariella Milani.
A proposito di “materiali alternativi”
“Non abbiamo nulla – ha spiegato Bacchi – contro questi materiali, ma vanno chiamati con i loro nomi. E non utilizzando a sproposito la parola pelle o nappa. Per esempio, come hanno fatto certi stilisti che, usando questi termini, hanno costruito la propria carriera. Il consumatore, invece, deve essere consapevole di cosa sta comprando”. Così come deve sapere che “la conceria è un’industria sostenibile per definizione, perché recupera uno scarto dell’industria alimentare, la pelle, che, altrimenti, dovrebbe essere dismessa come rifiuto”. E la recupera creando veri e propri gioielli, al punto che, come ha ricordato Mariella Milani, “l’eccellenza della pelle italiana è tale che le stesse griffe straniere del lusso hanno acquisito di recente concerie nel nostro Paese”.
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