SLF, all’ombra dell’EUDR la sfida della concia è la tracciabilità

SLF, all’ombra dell’EUDR la sfida della concia è la tracciabilità

Si è parlato molto di upstream, di monte della filiera cioè, al Sustainable Leather Forum (SLF). Perché all’evento, giunto alla sesta edizione e organizzato a Parigi (9 e 10 settembre) da Alliance France Cuir, ha tenuto banco la tracciabilità, la sfida che la concia europea (e non solo) deve affrontare all’ombra dell’EUDR, il regolamento europeo anti-deforestazione. Una questione non da poco. Perché se la filiera è coesa, dai grandi gruppi alle concerie a gestione familiare, verso l’obiettivo della sostenibilità ambientale e sociale, le strettoie che l’EUDR pone dal prossimo 31 dicembre sono motivo di preoccupazione.

La sfida della sostenibilità

La filiera transalpina, dicevamo, si mostra coesa e vanta quanto già fatto. Rachel Kolbe Semhoun, head of sustainable sourcing di Kering, racconta di aver dimostrato, grazie all’approccio olistico e collaborativo del gruppo, che da allevamenti rigenerativi e attenti all’animal welfare è possibile ottenere ottime pelli di vitello, anzi “più belle ancora”. Oliver Marsal di Hermès Cuirs Précieux (la divisione di Hermés che si occupa di pelli esotiche) rivendica lo scrupolo nell’uso delle risorse naturali e l’attenzione alla sostenibilità sociale, perseguita con progetti rivolti al personale e alle comunità locali. Sylvain Bussiere, che dopo una lunga carriera in Asia è approdato alla guida di Tannerie Roux (LVMH), tiene le fila di un discorso che non riguarda solo la concia europea, ma a ben vedere vede coinvolte le imprese di tutto il mondo.

 

 

All’ombra dell’EUDR

François Roque è il direttore generale di Tannerie de la Moliére: “Abbiamo sede in una regione ricca di allevamenti – dice –. Ed è una fortuna, perché vuol dire essere vicini all’origine della materia prima e alla fonte delle informazioni necessarie alla tracciabilità dei materiali”. Roque affronta la questione dal punto di vista della fiducia che richiede la trasparenza: “Per una conceria vuol dire anche rendere pubbliche le proprie informazioni strategiche e riservate”. Ma Nick Winters, vicepresidente di Fédération Française des Cuirs et des Peaux, solleva l’allarme sull’EUDR. Ve lo raccontiamo sul numero in distribuzione del mensile La Conceria. Il regolamento pone vincoli al commercio internazionale di pelli bovine a ogni stadio di lavorazione molto difficili da rispettare in così breve tempo. “Statunitensi e brasiliani non sono in grado di mettersi al passo di quanto previsto dal regolamento già dal 31 dicembre. Vuol dire che 10 milioni di pelli l’anno non saranno più disponibili – conclude –. Stiamo andando troppo veloce: siamo tutti d’accordo con le finalità, ma così avremo problemi”. (rp)

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