L’Italia compra meno (-18,7%) e il bilancio 2024 della concia spagnola chiude in rosso. Che l’ultimo è stato un anno difficile per la filiera iberica del prodotto in pelle si vede anche dal numero degli addetti nella calzatura e nella pelletteria pelletteria.
Il ‘24 della concia chiude in rosso
L’export dell’industria conciaria spagnola ha registrato una battuta d’arresto nel 2024. Tutti i sotto-settori (pelle grezza, semiconciata e finita) riportano variazioni negative su base annua. Secondo i dati della Direzione Generale delle Dogane elaborati da Lederpiel, nell’interno anno 2024 l’export di pelli grezze è diminuito del 6,5% (8,2 milioni di euro in meno); quello di pelli semiconciate del 31,7% (24,5 milioni di euro in meno) e quello di pelli finite del 7,1% (30,4 milioni di euro in meno). Passando all’import, quello di pelli grezze è sceso del 27,4% (19,1 milioni di euro in meno), quello di pelli semiconciate del 24,3% (30,6 milioni di euro in meno), mentre quello di pelli finite è cresciuto del 2,3% (6 milioni di euro in più).
I rapporti con l’Italia
L’Italia è il primo mercato di destinazione di tutti e tre i sotto-settori. E complessivamente nel 2024 ha comprato pellame spagnolo per quasi 188 milioni di euro: erano stati invece 231 i milioni nel 2023. Viceversa, gli acquisti in Spagna di pelle italiana sono passati da 208 a quasi 212 milioni di euro, con un leggero ma sensibile incremento dell’1,7%.
La filiera
La calzatura e la pelletteria spagnola stanno recuperando terreno in merito al numero degli addetti. Il mese di febbraio è stato il sesto mese consecutivo chiuso con un incremento. Tuttavia, fa notare Revista del Calzado, i 39.019 addetti registrati a fine febbraio 2025 risultano essere circa 2.000 in meno rispetto a un anno fa e quasi 7.000 in meno dal 2019, l’anno pre-Covid. (mv)
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