Anche i conciatori portoghesi scendono in campo per difendere il termine “pelle“. I vertici di APIC (Associação Portuguesa dos Industriais de Curtumes) hanno inviato una lettera al proprio governo per dare rilevanza europea al tema della Leather Authenticity. Il 1° gennaio 2021, infatti, inizierà il semestre di presidenza UE del Portogallo. APIC, quindi, chiede l’istituzione di una normativa comunitaria di riferimento. In altre parole, vuole evitare abusi come “ecopelle” o “pelle vegan”. Una battaglia a difesa del settore e dei consumatori che, in Italia, UNIC – Concerie Italiane ha combattuto con determinazione, ottenendo l’entrata in vigore del Decreto Pelle lo scorso 24 ottobre 2020.
I conciatori portoghesi bussano a Bruxelles
I conciatori portoghesi hanno avanzato la loro richiesta al governo portoghese con una lettera datata 22 ottobre 2020. Nella missiva hanno ricordato al ministro dell’Economia e della Transizione Digitale, Pedro Siza Vieira, l’importanza del settore che in Portogallo dà lavoro a più di 3.500 persone, indotto compreso. APIC chiede a Vieira di inserire il tema della Leather Authenticity nell’agenda della presidenza portoghese UE. Il 31 dicembre 2020 scadrà infatti il semestre tedesco e inizierà quello a carico di Lisbona. La quale potrebbe spingere per arrivare alla creazione di un regolamento sovranazionale che regolamenti la terminologia.
Stop “ecopelle”
“La pelle – scrive APIC – è un materiale sostenibile e naturalmente circolare”. Tuttavia, l’abuso del termine distrae i consumatori che acquistano, a volte, prodotti in materiali sintetici credendo di scegliere una materia prima naturale. Secondo le stime APIC, nel 2017 l’uso improprio del termine ha determinato danni per il settore superiori a 1,7 miliardi di euro.
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