“È un materiale di lusso, che fa parte della nostra natura, per il quale si nutre grande rispetto. Gli artisti, penso a Damian Ortega, Gualtiero Redivo, Joannis Koumelli, ne hanno sempre fatto grande uso”. La pelle per il design, secondo Vincenzo De Cotiis, è un materiale nobile. Per la storia, il ciclo e le finiture (ha spiegato durante Talking About Leather #1) che ne fanno una risorsa unica.
La pelle per il design
Occasione per il confronto sull’attualità e sulle sfide che attendono la pelle è il talk organizzato da Lineapelle presso SpazioLineapelle di Palazzo Gorani, a Milano. De Cotiis dello stesso luogo ha firmato il progetto. “Si voleva un luogo che rappresentasse l’identità del settore – ha raccontato -. Non solo. Che facesse da luogo di aggregazione per gli imprenditori e gli stilisti. Che fungesse da database, sfruttando l’immenso archivio di materiali di Lineapelle. E che, anche in questo modo, divenisse luogo di formazione, mettendo a disposizione degli studenti delle scuole di moda un patrimonio in grado di raccontare l’evoluzione del materiale”. De Cotiis nella sua carriera ha lavorato con la pelle “recuperandola da vecchie poltrone e portandola a nuova vita. È un materiale duraturo che non va abbandonato a se stesso”.
Bisogno di comunicazione
“Sulla pelle ci sono molte cose che l’opinione pubblica non conosce – ha riconosciuto Giusi Ferré, giornalista e conduttrice TV, che ha moderato l’incontro -. Per esempio, la sua natura di materiale di riciclo. Ho letto scenari di utilizzo delle pelli grezze, in assenza della concia, che sono catastrofici. Le pelli andrebbero sotterrate o incenerite”. Ma non solo. “Ci sono tanti aspetti della lavorazione – ha aggiunto – che andrebbero conosciute. Serve una nuova comunicazione. Magari aiuterebbe a superare anche certe reticenze“.
Un settore che si è saputo far trovare pronto
Oggi sostenibilità è la parola d’ordine della moda e dei grandi brand che ne sono protagonisti. “La conceria italiana investe in aspetti come la compliance, il risparmio idrico, energetico e chimico da quando non era ancora di moda – ha raccontato Alessandro Iliprandi, Conceria Bonaudo e vicepresidente UNIC – Concerie Italiane -. Si è rivelato un elemento di forza. Perché ora la nostra filiera è tra le più sostenibili al mondo”. Lo sviluppo tecnologico del settore ha avuto più di un’accezione negli ultimi anni. “C’è stato l’aspetto del processo, dicevamo – ha concluso -, che ha permesso alla filiera di diventare più efficiente. Ma ha arricchito anche le possibili lavorazioni del materiale. Oggi sono possibili soluzioni impensabili fino a pochi anni fa”.
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