Tre casi che arrivano da USA, Asia e Argentina. In ognuno di essi, purtroppo, Coronavirus mette ko la pelle. In altre parole: alcune aziende pensano alla chiusura. Altre cercano di evitarla. Altre ancora sperano nella ripresa dei mercati azionari.
Tasman Leather, negli USA
Come riporta wabi.tv, il gruppo USA Tasman Leather Group ha annunciato la chiusura del suo storico stabilimento produttivo di Hartland, nel Maine, dove lavorano oltre 100 operai. Il sito ha oltre 70 anni ed era stato rilevato dal gruppo nove anni fa. Stando a quanto riporta il portale americano, Tasman Leather Group ha comunicato che la chiusura è legata all'”impatto devastante” che Covid-19 ha avuto sulla domanda. La chiusura dello stabilimento avverrà entro l’estate.
Grimoldi, in Argentina
Grosse difficoltà anche per Grimoldi, storico calzaturificio argentino. L’azienda, fondata nel 1895, ha annunciato che non pagherà una scadenza di obbligazioni negoziabiliper un ammontare di circa 105.000 dollari. La diretta conseguenza sarebbe il default, situazione che la società starebbe cercando di evitare valutando ogni opzione possibile. A darne notizia è la stampa locale, secondo cui Grimoldi avrebbe comunicato l’impossibilità di adempiere ai propri obblighi “a causa dell’attuale contesto macroeconomico in Argentina”. Ma anche, “per l’impatto causato sul settore calzaturiero dal decreto di quarantena relativo a Covid-19”.
Guandong Tannery, in Asia
In Asia, le quotazioni azionarie di Guandong Tannery sono scese del 45%rispetto allo scorso anno. Nel primo trimestre il volume di pelli lavorate dalla società quotata alla borsa di Hong Kong è calato del 59,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. In volume: -82%. Di conseguenza, è crollato anche il fatturato: -76,9%. Tutti i risultati sono legati alla chiusura di due settimane imposta a febbraio per l’emergenza sanitaria.
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