È una sfida che si sviluppa su due livelli. Ce n’è uno locale, legato alle esigenze di sviluppo, stilistico e di prodotto, della conceria portoghese. E poi c’è un livello internazionale, che chiama la pelle nel suo complesso a rispondere alle istanze di innovazione green e di tutela della propria identità. È iniziato ad Alcanena l’appuntamento con Expopele, occasione “per ribadire l’importanza dell’area pelle portoghese – ha spiegato Nuno Carvalho, presidente dell’associazione nazionale di settore APIC -, per promuovere il distretto industriale e raccogliere il settore intorno alle esigenze di innovazione imposte dal mercato”. Ma anche il momento per la stessa APIC per presentare la conclusione di Leather in Design, progetto promosso “per consentire alle imprese portoghesi di riposizionarsi fornendo, per la prima volta in maniera coesa, un servizio ulteriore ai brand – argomenta Gonçalo Santos, segretario generale dell’associzione -. Partecipando alle fiere Lineapelle e Futurmoda e studiando le anticipazioni già presentate, abbiamo sviluppato i trend book per le prossime tre stagioni, nonché collezioni e prototipi”.
Expopele, dicevamo, parla anche alla conceria internazionale. Circolarità, tracciabilità, tecnologia, carbon footprint e identità del settore: la due giorni di convegno ad Alcanena si presenta un workshop per il confronto tra i protagonisti del settore.