A Menzel Bourguiba, città industriale nell’estremo nord della Tunisia, succede che il proprietario di un polo manufatturiero della pelle licenzia 250 dipendenti, suscitando reazioni da parte delle autorità locali e dei rappresentanti politici. Di per sé la notizia potrebbe essere “solo” un triste fatto di cronaca, se non fosse che la fabbrica in questione impiegava circa 4.000 persone, prevalentemente con contratti a termine della durata di un mese, rinnovabili. E senza considerare il trattamento, a dir poco mortificante. Il proprietario, infatti, avrebbe affisso sui muri della fabbrica le fotografie dei dipendenti licenziati.
Lo sdegno dei dipendenti
Dopo essere stati licenziati, i dipendenti hanno lanciato un appello affinché qualcuno li aiutasse, come riporta la stampa locale. La deputata Mejda Ouerghi ha descritto questi licenziamenti come un’umiliazione per i lavoratori, criticando le modalità con cui sono stati comunicati. Secondo le informazioni disponibili, le foto dei dipendenti licenziati sono state affisse sui muri della fabbrica, suscitando ulteriori polemiche. La parlamentare ha riferito di aver contattato il Ministro degli Affari Sociali, il Ministro del Lavoro e il governatore di Biserta per informarli della situazione e sollecitare interventi. La deputata ha anche rivolto un messaggio al Presidente della Repubblica, Kaïs Saïed che ha poi parlato proprio col Ministro del Lavoro di contratti a tempo determinato, dello sfruttamento dei dipendenti in Tunisia e del loro licenziamento.
Le regole
In Tunisia, il Codice del Lavoro stabilisce che un licenziamento deve essere giustificato e seguire una procedura specifica. In caso contrario, il lavoratore ha diritto a tutele che possono includere la reintegrazione nel posto di lavoro o un risarcimento economico. La situazione attuale solleva quindi interrogativi sulla corretta applicazione delle leggi.
Immagini Shutterstock
Leggi anche:
