Per la pelle italiana una buona notizia: nel 2017 la produzione conciaria complessiva è cresciuta del 6,1% rispetto all’anno precedente (129 milioni di metri quadri di pelli finite e 11.000 tonnellate di cuoio suola), balzo in volumi cui corrisponde il +1,8% in valore (5,1 miliardi di euro). Buone nuove anche dai mercati internazionali, che generano il 75% delle vendite: il fatturato estero (3,8 miliardi) ha chiuso in rialzo dell’1% circa. Il rapporto economico annuale presentato durante l’Assemblea di UNIC fotografa un 2017 positivo, nel quale “il settore torna a crescere dopo un biennio caratterizzato da decrementi, seppur lievi”. Se la pelle italiana si è confermata leader negli anni difficili, figurarsi in uno positivo: la concia nostrana nel 2017 rappresenta il 20% del valore della produzione globale, il 65% di quella europea e detiene la quota del 27% delle pelli esportate nel mondo. Le esportazioni di pelli conciate, “che nel 2017 – scrive UNIC – sono state pari a oltre 3,8 miliardi di euro raggiungendo 120 Paesi, hanno mostrato un aumento dello 0,5% in valore. Tra i principali Paesi esteri di destinazione, si segnala il rialzo delle spedizioni (in valore) verso l’area cinese, tornate in territorio positivo (+3%) dopo un biennio difficile”. Il trend è, come nel caso di fatturato e produzione, in controtendenza positiva rispetto alle ultime stagioni e “rappresenta una conferma di quanto il contributo dei mercati esteri risulti da tempo fortemente maggioritario e abbia superato, negli ultimi anni, il 75% del totale della produzione. Nel 1992 la quota era pari al 35%”.
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