Basta attacchi al distretto conciario di Solofra. UNIC – Concerie Italiane, con una nota ufficiale, entra con forza nel dibattito innescato all’inizio della Fase 2, lo scorso 4 maggio, dall’interrogazione parlamentare della senatrice M5S Virginia La Mura. UNIC alza la voce, dunque, a difesa di concerie che non solo stanno affrontando le conseguenze della pandemia. Infatti, “si sono trovate anche a subire attacchi destituiti da ogni fondamento circa la loro presunta responsabilità nell’inquinamento del fiume Sarno, da parte di forze politiche evidentemente non a conoscenza della realtà dei territori”.
UNIC alza la voce
Il distretto solofrano, ricorda UNIC, è composto da 150 concerie che occupano 2.000 addetti. E genera un fatturato annuo di 500 milioni di euro, di cui oltre il 75% destinato all’export. Sono aziende “che nella filiera internazionale dell’area pelle sono sinonimo di garanzia e qualità. Infatti, operano con successo sul mercato nazionale, europeo, dell’Estremo Oriente e degli Stati Uniti, rifornendo i più importanti brand internazionali del fashion”. Eccellenza che continua a essere oggetto di attacchi basati su assunti e teorizzazioni smentite dai fatti.
Basta attacchi
“Lo stato degradato del fiume Sarno – scrive UNIC – non è una novità, ma un problema ben conosciuto da decenni. Tanto è vero che è stato oggetto di diverse inchieste parlamentari, seppur mai risolto. Le concerie sono le prime a volere che sia trovata una soluzione definitiva a questo problema”. Una volontà basate su ragioni “sia di responsabilità ambientale, sia etiche ed economiche, essendo esse, come ancora in questa occasione, ripetutamente, superficialmente e ingiustamente additate come “capro espiatorio” di una situazione” che non dipende affatto da loro. Infatti, sottolinea UNIC, “è causata esclusivamente dall’inadeguatezza delle reti fognarie civili e dalla mancanza di collettori e depuratori a valle del polo conciario”.
La verità
Quello che troppo spesso, purtroppo, stenta a emergere e che UNIC sottolinea è “la verità che oggi il distretto solofrano, lungi dall’essere la causa del problema, è una delle poche realtà locali che dispone di un complesso depurativo, peraltro caratterizzato da un doppio passaggio in impianti di trattamento che si integrano tra loro. Ossia, quello di Solofra e quello di Mercato S. Severino. Il che, dal punto di vista ambientale, rappresenta una condizione di maggior tutela”.
La richiesta
Quindi, “i conciatori del distretto, stanchi di subire attacchi sconsiderati, per il tramite della loro associazione nazionale, UNIC – Concerie Italiane, hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente e alla Presidenza della Regione Campania, nonché a tutte le altre autorità preposte, di accelerare e incrementare i controlli volti a reprimere le condotte illecite che nulla hanno a che vedere con l’attività conciaria. Al riguardo, le aziende del distretto conciario, fin da ora, daranno la massima collaborazione affinché i controlli siano precisi e severi al fine di fugare ogni dubbio sulla propria assenza di responsabilità”. Più chiaro di così…
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