“L’idea progettuale di base si ispira al modello del museo diffuso, che prevede il restauro e il riallestimento con vetrine espositive, pannellistica e supporti multimediali, dei locali adibiti alla lavorazione delle pelli, al fine di consentire al visitatore di comprendere le modalità con cui si svolgeva in antico il processo di lavorazione delle pelli”. Poche parole per descrivere con precisione l’obiettivo che si pongono UNIC – Concerie Italiane e Parco Archeologico di Pompei, annunciando il definitivo ingresso nella seconda fase operativa del restauro avviato nel gennaio 2008, “grazie alla collaborazione con l’UNIC – Concerie Italiane, che sponsorizzò il recupero delle aree destinate alla lavorazione delle pelli. Quest’anno si proseguirà con un più dedicato progetto di valorizzazione frutto dell’accordo tra il Parco Archeologico di Pompei e LINEAPELLE, società controllata al 100% dal gruppo UNIC – Concerie Italiane”. Un esempio di responsabilità culturale, quello delle concerie italiane, nonché di rispetto delle proprie, più antiche origini. Il progetto, “contemplerà una serie di interventi funzionali alla riapertura al pubblico del complesso, nell’ottica di una implementazione e di una sempre più ampia diversificazione dei percorsi di visita” e “prevede anche la risistemazione del cosiddetto vicolo del Conciapelle, al fine di ripristinarne la percorribilità. La strada che dà accesso al complesso della Conceria risulta in larga parte lacunosa e sconnessa a causa dei danni prodotti da una delle tante bombe che tra l’agosto e il settembre del ’43 colpirono l’area archeologica di Pompei”.
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